NEW YORK - «Quella che si è verificata nell’Appennino tra Umbria e Marche da agosto in poi è una rara sequenza di terremoti violenti: eventi sismici drammatici, esasperanti per le popolazioni locali, ma anche circoscritti. Qualcosa di molto diverso dal “Big One” che ci aspettiamo in California e anche dal terremoto dell’Aquila che ho studiato personalmente: nel 2009 fui chiamato dal governo italiano a proporre, nell’ambito di una commissione internazionale, interventi preventivi per il futuro». Direttore del Centro per i terremoti della University of Southern California, il sismologo Tom Jordan è una delle massime autorità mondiali quando si parla di scosse, faglie e movimenti tettonici delle placche. Sei mesi fa ha fatto trattenere il respiro a mezza West Coast americana quando, durante la Conferenza nazionale Usa sui terremoti di Long Beach ha detto che la Faglia di Sant’Andrea ha accumulato enorme energia negli scorsi decenni: è come una molla compressa che è pronta a scattare in qualsiasi momento. Preannuncio di «Big One».